Allarmanti gli effetti sulle economie, sui sistemi produttivi e sulla vivibilità del pianeta. Ma più preoccupante è la diffusa inconsapevolezza.
Il Sole24Ore ci ricorda come l’80% degli europei non ritenga il cambiamento climatico un problema da affrontare tempestivamente. L’opinione pubblica ne sottovaluta i rischi, che non appartengono solo alle prossime generazioni. L’impatto su vita quotidiana, benessere individuale e distribuzione delle risorse sarà sempre più incisivo; il mutamento climatico è oggi nel mondo causa del 23% delle morti.
Che le fiamme in Amazzonia e le tonnellate di ghiaccio perse ogni giorno in Groenlandia siano da monito. Così come l’imminente pubblicazione dell’Indice Globale della Fame, che verrà presentato in Italia da CESVI a ottobre, possa incentivare la riflessione su cause e conseguenze dei cambiamenti climatici in atto.
È necessario un percorso di sensibilizzazione che parta dalle istituzioni, attraverso azioni concrete di tutela ambientale. Al fine di coinvolgere l’intera popolazione in una problematica che, se non affrontata con il contributo di tutti, rischia di diventare sempre più gravosa e irreversibile.
Perché quella al rischio ambientale è soprattutto una sfida di coscienza individuale e collettiva.