Abbiamo incontrato Pietro Bartolo, medico chirurgo siciliano che da oltre 28 anni visita uomini, donne e bambini che approdano a Lampedusa.
Pietro ci ha parlato con il cuore. È un uomo che ci aiuta a riflettere.
Spesso dimentichiamo la storia e i valori che ci hanno reso quello che siamo oggi: un Paese civile.
Ci chiediamo: Ma siamo ancora un Paese civile?
Cartaginesi, fenici, turchi e spagnoli hanno navigato per le nostre acque lasciandoci qualcosa, contaminandoci e aiutandoci a essere “primi”.
L’Italia è la culla della cultura e la nostra storia rende onore al diritto, alla vita, all’umanità intera. Abbiamo salvato migliaia di persone, ricordiamolo orgogliosi.
Ci chiediamo ancora: E ora facciamo dietro front? Siamo davvero orgogliosi di “chiudere i porti”?
La risposta di Bartolo è che non esiste gente cattiva, ma cattivamente informata. Nessuno ha mai chiuso un porto, il porto di Lampedusa non è chiuso e nessuno potrà mai esserlo. Le parole sono importanti, si parla di “problema migrazione”, ma dovremmo parlare del “fenomeno”, che esiste da sempre. Anche Lampedusa è sempre stata lì, non è porta d’Europa per generare consensi politici”. Trasmettono malattie gravi? Hanno fatto diventare la scabbia una malattia grave.
I migranti non sono mostri o alieni come ci fanno credere. Sapete che hanno un nome e un cognome come noi?
Questo ci ricorda Pietro: le sue storie sono atroci e disumane, ma anche piene di speranza.
E vanno raccontate.