Il tema ricorrente dell’uso dei social in ufficio è tanto noioso da stancare ancor prima di aver iniziato a pensarci.
Senza rete aziendale, resta il direttissimo smartphone, frecciarossa per pensieri in fuga, soprattutto all’approssimarsi del weekend. E se manca il capoufficio controllore, non saranno certo colleghi conniventi ad alzare le lance in segno di protesta per il vicino smanettone. Ciò che dovrebbe essere studiato con attenzione, più del tempo dell’evasione talvolta ristoratrice, è il contesto da cui si sente necessità di fuggire, in quella che ormai sembra essere la dilagante necessità di esserci, ma di essere nel contempo e virtualmente altrove.
Noi con i social ci lavoriamo. Impossibile misurare il tempo perso, se non con l’evidenza dei risultati. Ma non mi importa, anche grazie ai risultati.
Parlare e confrontarsi. Ascoltare voci, toni, opinioni. E se qualche volta ci scappa l’evasione, amen. L’importante è cercare nel confronto la dimensione della relazione vera, che rende il gruppo gruppo e che esprime nelle idee il piacere di ritrovarsi al tavolo della produttività ogni giorno.