È la pace il fine ultimo su cui concentrare le nostre energie.
Ce lo ricorda la nostra cultura umanistica che in un’epoca di forti cambiamenti sociali e culturali ci induce a promuovere, a sostenere una moralità universale, basata sulla comunanza della condizione umana; e ce lo impone la storia così tormentata dei nostri giorni.
Oggi più che mai la condizione dell’uomo al centro del mondo è il punto cardine su cui basare la ricerca delle soluzioni più condivisibili ai problemi che affliggono la comunità mondiale. Tutte le situazioni di confine richiedono un incontro per potersi trasformare in avanguardie e non rappresentare limiti vincolanti.
E la nostra capacità di generare l’incontro, di promuovere il dialogo, di spostare sempre un po’ più in alto l’asticella dell’apprendimento per comprendere sempre meglio le diversità, fa vincere la visione della nostra organizzazione, capace di ispirare, e di creare speranza in un mondo in cui il concetto di cambiamento possa tradursi in una nuova cultura comune, senza confini.
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