L’alfabetizzazione e l’educazione di base? Sono tra le sfide più decisive per il futuro. Non si tratta soltanto di insegnare a leggere e scrivere, ma di offrire alle persone la chiave della dignità, della stabilità sociale e in qualche misura della pace. Ogni progetto che sostiene l’apprendimento diventa un investimento sulla giustizia e sull’equità, creando le fondamenta su cui edificare dialogo e convivenza, imprescindibili principi di pace.
La portata senza confini delle iniziative educative dimostra come anche in questo impegno il Rotary sia universale, un bene esso stesso, per tutti. Biblioteche in villaggi remoti, corsi di alfabetizzazione per adulti, programmi per bambine escluse dalla scuola. Ogni esperienza, vicina o lontana, testimonia la potenza dell’istruzione, strumento per la crescita individuale, e allo stesso tempo chiave per l’apertura a nuovi spazi di inclusione e di opportunità da condividere, oltre che metro per l’edificazione di ponti, utile all’abbattimento di muri.
La pace non si impone. Talvolta si sente e si alimenta d’istinto, ma nella maggior parte dei casi è necessario imparare a coltivarla. E l’alfabetizzazione può essere il primo seme da piantare. Senza istruzione non c’è capacità di partecipare, spesso non c’è lavoro dignitoso, raramente c’è comprensione e ambizione di un futuro migliore. Per questo i nostri progetti non possono esaurirsi nell’immediato, non possono trovare soddisfazione nella beneficienza fine a sé stessa, ma devono radicarsi e crescere nel tempo, coinvolgendo partner, comunità e nuove generazioni, sulla base della sostenibilità, di cui l’alfabetizzazione è parte integrante.
I rotariani continuano a dimostrare che scegliere di educare significa credere di poter progettare la pace. Ogni libro donato, ogni insegnante formato, ogni aula sostenuta è un mattone di stabilità per il domani. È parte di un progetto più grande, in cui si rivela sempre più importante operare uniti, condividere la visione. Per trasformare le migliori intuizioni e tradurle in progresso collettivo. Solo così la portata del nostro agire aprirà a nuovi orizzonti di crescita, per il dialogo, verso l’incontro.
