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Redazione

07/08/2024

Scienza Olimpica

Alle Olimpiadi di Parigi 2024 con Stefano Maldifassi

È la manifestazione sportiva più attesa. Riunisce oltre 200 Paesi per sfidarsi in 45 discipline differenti. È l’evento che cattura l’attenzione del mondo intero: stiamo parlando delle Olimpiadi estive, giunte quest’anno alla XXXIII edizione.

E Pernice, con il suo animo sportivo, non poteva rimanere a guardare le gare e gli atleti alla tv.

Ecco che entra in gioco Stefano Maldifassi, ingegnere biomeccanico e founder di HPM – High Perfomance Method, che per tutto il periodo dei Giochi di Parigi ha condotto, sull’emittente televisiva Eurosport, la rubrica di approfondimento “Scienza Olimpica“, in cui spiega segreti e dettagli di diverse discipline in programma. A supportarlo proprio noi di Pernice Comunicazione, che siamo volati nella capitale francese con la realizzazione di grafiche e animazioni per completare i suoi approfondimenti.

In una delle sue puntate, Maldifassi ha approfondito l’attrezzatura da gara di un ciclista, che viene testata all’interno di una galleria del vento per esaminare l’aerodinamicità. L’esempio più eclatante è quello del caschetto utilizzato dai corridori, che non è solo un elemento protettivo, ma un vero e proprio studio di come sfruttare le correnti di aria per trarne vantaggio in termini di velocità e secondi.
Un ragionamento praticamente opposto quando si parla di pugilato, sport in cui il casco ha la primaria funzione di protezione da urti e colpi per prevenire commozioni cerebrali.

E perché nelle gare di nuoto abbiamo assistito a pochi record e prestazioni al di sotto delle aspettative? Il problema sta nella struttura della piscina La Défense, a partire dalla ridotta profondità del fondale che risulta di 2,15 metri, circa 80 centimetri in meno rispetto all’edizione precedente di Tokyo, e che non permette di assorbire al meglio l’energia prodotta in vasca. Un altro degli aspetti da tenere in considerazione è il costume, cambiato rispetto agli anni passati in cui era composto in poliuretano, che trasformava il profilo dei nuotatori come quello di uno scafo: il tessuto era talmente aderente alla pelle che gli atleti dovevano addirittura stare attenti alla lunghezza delle proprie unghie per non graffiarlo.

Infine, come non approfondire una delle discipline simbolo delle Olimpiadi, l’atletica, che, con tutte le sue specialità, cattura l’interesse generale del pubblico, specialmente durante la corsa regina dei 100 metri. Maldifassi, durante il suo approfondimento, spiega come in campo maschile sia possibile abbassare ulteriormente l’incredibile tempo registrato da Usain Bolt di 9.58 secondi registrato ai Mondiali del 2009. L’analisi dettagliata delle migliori 10 prestazioni dei 10 atleti più veloci al mondo, è sintetizzata nell’animazione realizzata per dimostrare come raggiungere il nuovo potenziale record del mondo di 9.52. Questo grazie anche alle innovazioni tecnologiche che si nascondono sotto il tartan della pista di atletica: una struttura esagonale smussata che permette di assecondare al meglio l’energia prodotta dagli atleti.
E chissà che questa piccola “rivoluzione”, non abbia aiutato Armand Duplantis a volare con l’asta fino alla nuova misura record di 6,25 metri.

Le grafiche e le animazioni realizzate sono disponibili sui nostri canali social.

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