Qualche giorno fa il Garante italiano per la protezione dei dati ha bloccato l’utilizzo di ChatGPT, il sistema di intelligenza artificiale creato da OpenAI.
Secondo le autorità italiane, il software di OpenAI non risulta conforme alle normative GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati. Le stesse autorità hanno dichiarato che il divieto di utilizzo resterà in vigore fino a quando la società non si adeguerà alla vigente normativa sulla privacy.
Insomma, il potente modello di conversazione digitale si è trovato a subire le stesse sorti che qualche mese fa hanno colpito il colosso del web Google, più nello specifico la piattaforma di monitoraggio dei siti web Google Analytics che è stata vietata in Europa a causa della trasmissione dei dati personali degli utenti negli Stati Uniti.
PizzaGPT: il sostituto tutto italiano
In men che non si dica è comparsa una versione tutta italiana del software di intelligenza artificiale: PizzaGPT. Questo nuovissimo software pare non raccogliere i dati degli utenti e pertanto non dovrebbe essere sottoposto ai divieti del “collega” americano.
Inoltre, PizzaGPT utilizza le stesse API di ChatGPT, questo gli consente di lavorare al pari del sistema bannato dalla legge italiana.
Quale sarà il destino di questa nuova intelligenza artificiale non ci è dato saperlo. La certezza è che, per quanto giovane e in fase embrionale, PizzaGPT sta riscuotendo un enorme successo tra gli utenti che si rivolgono al chatbot.